sabato 6 ottobre 2012

Fanum Apollinis/Pinea silva





C’è un'assonanza particolare, qualcosa di più di una semplice assonanza non tanto nel lessico quanto nella tonalità affettiva (anche come impulso metaforico, per determinati aspetti) tra:

α)
Putre senescebat deserto in litore fanum.
Semirutae stabant hedera cingente columnae,
muscus humi triglyphos circum lateresque linebat,
iamque ipsum limen tenues effuderat herbas,
et rubus implerat multa propagine lucum

Giovanni Pascoli, Fanum Apollinis, 1-5, in Poemata Christiana

e:

β)
Pinea silva mihi, multos dilecta per annos,
lucus in arce fuit summa, quo sacra ferebant,
nigranti picea trabibusque obscura acernis:
has ego Dardanio iuveni, cum classis egeret,
laeta dedi; nunc sollicitam timor anxius angit

Verg., Aeneis, IX, vv. 85-89

*

α)
Imputridito invecchiava un tempio su un lido deserto.
Mezzo crollate oramai le colonne dall’edera cinte,
trìglifi a terra e mattoni coperti all’intorno dal muschio,
già la sua porta d’ingresso spargeva erbette sottili,
molta propaggine e il rovo gremiva il boschetto già sacro.
(versione mia)

β)
Mi è da molt'anni cara una selva di pini, sacro
bosco in vetta a un monte, ove si recavano offerte,
ombroso per cupe conifere e grossi tronchi di acero:
al giovane Dardano, cui occorreva una flotta, lieta
ne feci dono; ma ora, assillante timore mi turba.
(trad. di Enrico Oddone)