mercoledì 14 novembre 2012

Il luogo dove situare l’esperienza culturale






Secondo Kurt Lewin non solo in termini topologici ma anche mediante l'insight, il bambino piccolo può attuare un cambiamento dello spazio vitale. Per un adolescente che sia entrato nella fase del pensiero astratto e per un adulto, a maggior ragione, il cambiamento di struttura sociale interviene in termini di interazione con quello che Freud chiama strategicamente φ (mondo esterno, in Tentativo di rappresentare i processi ψ normali), da intendere quale fonte di stimolo. Questa considerazione riguarda anche la psicologia dell’artista né esclude la dimensione puramente ludica e intellettuale della comunicazione. Freud parla specificamente del poeta ma il discorso, carico di forti significati affettivi, va esteso anche alle altre forme di espressione artistica. Quando ne Il poeta e la fantasia (in Saggi sull’arte, la letteratura e il linguaggio) si domanda come faccia il poeta a trovare il proprio materiale e in un secondo momento a elaborarlo nel suo linguaggio, risponde che il gioco del bambino gli offre un’occasione interpretativa, precisata successivamente con più rigore. Il poeta non è in condizioni in quanto adulto inappagato di modificare φ secondo il principio di piacere. Sul piano dinamico l’attività della fantasia, che nell’adulto prende il posto delle forme infantili di gioco, assume la funzione di soluzione delle tensioni inconsce che non abbiano ancora trovato un’altra valida espressione.
Gioca anche l’adulto, naturalmente, ma non lo fa come il poeta. In ogni caso, chi è appagato non fantastica e, proprio come il bambino scopre nel gioco una sistemazione fantastica a elementi di realtà irrisolta, i desideri insoddisfatti attivano le forze della fantasia che si presenta nel poeta come appagamento di desiderio ambizioso o erotico. Fin qui, se la situazione linguistica non è verificata dal principio di realtà, φ corre il rischio di venire allucinato, a meno che in φ non rientrino esperienze di rielaborazione intellettuale, quando, cioè, sussista una comunicazione non biunivoca, o simbolicamente biunivoca, tra i due elementi ψ e φ.
Winnicott interviene in una posizione più dialettica, o intermedia, tra ψ e φ. Critica Freud per non aver indicato – o per averlo tutt’al più solo accennato - un luogo dove situare l’esperienza culturale, non essendo questa né nel mondo interiore né in quello esterno. Ciò significa mettere in guardia, però, dal pericolo di far coincidere il principio di realtà con la frustrazione proveniente dal mondo esterno, dal momento che esso è anche fonte di piacere. Il bambino che non gioca è angosciato come lo psicotico. Senza creatività non esiste sopravvivenza. Per Winnicott, l’esperienza culturale si situa nel gioco e nel controgioco con la madre, la fantasia del bambino si riferisce anche alle persone e a parti di persone che sono state introiettate attraverso il cibo ingurgitato, prima attraverso il seno e poi indipendentemente da questo. Viceversa, l’angoscia per la madre estranea può essere contenuta e la realtà esterna analizzata e adattata (l’amore di transfert ricrea lo spazio potenziale tra il bambino e il seno). La fantasia stessa, legata al pensiero magico, precede la realtà in quanto più primitiva e il gioco diventa lo spazio intermedio tra il bambino e il seno, un vero e proprio spazio potenziale nel quale la fantasia del poeta, ma più in generale la creatività, tanto dal punto di vista estetico quanto concettuale, diventa, ed è, realtà.