giovedì 11 settembre 2014

La "barbarica dismisura" nella pura messa in scena di Andrea Foschini


per l'EstroVerso, 9 settembre 2014

Un luogo comune attribuisce, e non da poco tempo, al mondo greco-romano caratteri più attinenti a certa retorica neoclassicistica, dunque storicamente inattendibile e fuori tempo massimo, che non quanto risulti in termini culturali specifici, secondo una corretta informazione antropologica. Uno dei meriti di Andrea Foschini è di aver dato nel suo lavoro letterario sul periodo post-classico (un discorso analogo può riguardare, però, anche le età precedenti, fin da Roma antichissima) una rappresentazione non convenzionale, approfondendo gli elementi barbarici di quella civiltà. Mi riferisco espressamente a tre suoi libri, ricchi peraltro di particolari eruditi: Nerone o della monarchia assoluta (prefazione di Antonio Veneziani, Edizioni Libreria Croce, 2009), Caligola, Poeta del sangue (prefazione di Gills Lanneghen, Federighi Editori, 2010) e Caracalla, o il mito di Alessandro (Diamond Editrice, 2014).

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