domenica 25 gennaio 2015

Eruzione del Vesuvio del 79 d.C.

La tesi secondo cui Pompei fu distrutta il 24 ottobre anziché il 24 agosto del 79 d.C. non mi convince. La recensio sistematica della lettera di Plinio il Giovane a Tacito ha sempre scelto come melior la lezione a.d. IX Kal. Sept., laddove le altre erano deteriores e dunque già state scartate neppure in sede di iudicium (in quanto non di pari autorità rispetto alla scrittura dell’archetypum). Oppure ci si mostri con maggiore evidenza il nuovo stemma, chiarendo quale posto spetti all’exemplar nei confronti del capostipite. Quanto alle fonti incrociate, per esempio il numero dei trionfi, si dimentica evidentemente che Tito era già stato vittorioso nel 71 con la legio X Fretensis su Gerusalemme mentre il suo principato comincia solo nel 79, perciò bisogna vedere da quale trionfo si parte nel conteggio e chi lo fa. Insomma, andiamoci cauti, non è affatto dimostrata la lezione a.d. IX Kal. Nov., mi pare improbabile tutto questo poligenismo esteso a tutta la tradizione.



Riepilogando: la vexata quaestio della datazione esatta dell'eruzione del Vesuvio nel 79 d. C. diventa una disputa numerologica o di logica matematica, se tutto infine si poggia specialmente sulla XV salutatio. Non mi risulta che siano emerse nuove prove filologiche inoppugnabili riguardo al testo di Plinio. I Flavi acquisivano i ranghi già da eredi, per non parlare di Agrippa che non era Flavio ma, pur non essendo diarca, già a suo tempo non era affatto uno da poco... Proprio Tito fu un caso eccezionale nell'impero, perché Vespasiano gli affidò una sorta di correggenza attribuendogli la prefettura del pretorio (cfr. Santo Mazzarino, L'Impero romano. I). Tito già era stato nominato Caesar e princeps iuventutis nel 69, dieci anni prima della vera e propria elezione. Nel 73 era associato alla tribunicia potestas di Vespasiano e al di lui imperium proconsulare maius et infinitum (cfr. Michel Le Glay, Jean-Louis Voisin, Yann Le Bohec, Storia romana). Insomma, non esistono prove scientifiche indiscutibili a sostegno dell'antitesi, che si basa soprattutto sulla XV acclamazione, e non solo perché le nostre sono scienze morbide. Ma è storicamente fuori discussione che Tito, deliciae generis humani ma sol perché non fece a tempo a incattivirsi - mi si consenta una nota lepida: governò troppo poco! qui ha ragione Ausonio- aveva già trionfato come ho detto nel 71 sulla Iudaea capta, dominata dalla legio X Fretensis (cfr. Mazzarino, op. cit.). Non esiste la possibilità di sostenere un tesi contraria al riguardo. Perciò la salutatio, soprattutto in un'epoca di conformismo e servilismo davvero imperanti, poteva essere avvenuta, come per la XV volta anche in agosto. Semmai, seriamente, restiamo cauti, d'accordo, ma da entrambe le parti. Io continuo a ritenere che l'eruzione del Vesuvio che distrusse Pompei, Ercolano e Stabia avvenne il 24 agosto del 79 d.C.