sabato 24 giugno 2017

23 giugno 2017, presentazione de IL DRAMMA DELL’ULTIMO VIRGILIO

Presentazione di IL DRAMMA DELL’ULTIMO VIRGILIO
Edizioni Saecula
Libreria Feltrinelli
Caserta, 23 giugno 2017
Relatori Adele Cozzella e Alfonso Piscitelli

Solo posti in piedi ieri presso La Feltrinelli di Caserta, ne sono molto contento e ringrazio tutti i partecipanti per la loro sensibilità verso un discorso così fondamentale per la nostra cultura occidentale.

Virgilio con la sua magia mi ha dunque portato in una sala stracolma, davanti a un attento e dottissimo pubblico. Ma, a coronamento di tutto questo, c'è stata la presenza di tanta gioventù a significare vitalità e speranza nel futuro.

È proprio vero che i giovani sono quelli che hanno più esperienza in campo letterario.

Last but not least, un ringraziamento speciale all'altissimo pneuma sapienziale di Augusto, che con la sua magnificenza ha voluto la realizzazione del libro e di un così bell'evento.





















martedì 20 giugno 2017

Muore Pio XIII a Venezia



Pio XIII, Lenny Belardo, interpretato con camaleontica bravura da Jude Law nella serie-tv The Young Pope di Paolo Sorrentino, fuma, è giovane e bellissimo, non vuole apparire in pubblico, tutte anomalie in sintonia con una geniale rielaborazione teologico-filosofica del nietzscheano “ultimo papa”.

È conservatore più del precedente omonimo, Pacelli; più simile a un imperatore bizantino nella fissa rappresentazione di sé che non a Paolo VI nell’augusta ieraticità della forma; sportivo e dinamico più di Wojtyla; chiuso a ogni minimo cambiamento e ostile all’omosessualità, che confonde con la pedofilia, assai più di Benedetto XVI; culturalmente più sofisticato di Bergoglio. Pronto dunque a una guerra che alla fine lascerebbe sul campo, e ne è consapevole, i due terzi del clero.

Afferma che tutti i candidati al sacerdozio fanno voto di castità e nessuno lo rispetta. È colui che ammette che non potrà mai amare il prossimo suo come se stesso; di non essere profondo, ma solo presuntuoso. Non è affatto caritatevole: non importa chi venga a bussare alla sua porta perché non c’è niente al di fuori dell’obbedienza a Pio XIII.

Belardo insomma non crede in Dio, secondo lui quelli che credono in Dio non credono in niente.

È capo di una sorta di chiesa klossowskiana, fondata sulla netta distinzione tra ordine temporale e ordine della Grazia, capaci di contraddirsi nell’avvicendarsi dei reciproci simulacri, in una dismisura per più di un aspetto anticristica.

Ma neppure questa interpretazione basta più. Pio XIII infine decide di far vedere il suo volto per la prima volta a Venezia. La sua omelia in quella importante prima circostanza è piena di domande antinomiche: siamo morti o siamo vivi? siamo vecchi o siamo giovani? ci siamo persi o ci siamo trovati? Dio sorride. E lì, davanti alla folla che finalmente lo vede e, entusiasta, lo acclama, colto da un malore, muore, in piazza San Marco, all’improvviso: chiaro riferimento ad Albino Luciani, che di Venezia era stato patriarca, sottratto al mondo dopo un brevissimo pontificato, magis ostentus quam datus.

lunedì 5 giugno 2017

I Mann e le questioni quotidiane

Talvolta questioni di vita quotidiana vengono a interrompere la stesura di un libro. Accadeva a Thomas Mann che pure non aveva altra occupazione al di fuori della scrittura, se si eccettuano le frequenti conferenze da lui tenute, altrimenti si imponevano appunto "questioni quotidiane" variamente declinate nel senso della vita pratica, di cui - si può comprendere con quale entusiasmo - gli capitava di doversi occupare personalmente. Lo stesso succedeva, e in una misura maggiore, al figlio Klaus.
Un altro è il caso, non infrequente, della scrittura messa da parte per passare ad altro soggetto: qui agisce solo la scelta dell'autore, come quando i lavori di Mann alle storie di Giuseppe furono accantonati a vantaggio di Carlotta a Weimar. L'esempio più eclatante in tal senso è dato da Le confessioni del cavaliere d'industria Felix Krull, romanzo iniziato nel 1910, interrotto per La morte a Venezia, poi ripreso e di nuovo interrotto per la redazione de La montagna incantata.
Il Krull sarà finito e pubblicato nella sua forma intera, almeno per quanto riguarda la Prima parte delle memorie (è un libro incompiuto infatti, rispetto al progetto originario) soltanto nel 1954, esattamente più di quarant'anni dopo essere stato concepito. Insomma non è l'inconcludenza - che neppure è da prendersi alla lettera - di Leonardo, caratterizzata dal lasciar stare per sempre qualsiasi lavoro intrapreso ma, a dispetto finanche della committenza - non più sentito necessario e dunque abbandonato.

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Chissà come doveva essere parlare con Thomas Mann. Un'esperienza forte sicuramente, l'esteriorità formalissima e granitica, molto distante, capace dopo tre minuti di percepire l'essenziale di chi avesse di fronte, sentendone e misurandone il valore spirituale, ove ce ne fosse. Se provava simpatia, poteva farsi leggero e ironico, mai cameratesco, complice sì e anche giocoso e gioioso.

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Sto amando I Mann. Storia di una famiglia di Tilmann Lahme, libro denso di personaggi e vicende straordinari, molte delle quali mi erano già note. Ma vederli tutti rappresentati insieme in un unico libro fa effetto. L'unica riserva è che c'è poca analisi, essendo tutto un susseguirsi di fatti e situazioni, ma questo neppure è un difetto vero e proprio, essendo la caratteristica specifica dello stile dei diari di Klaus Mann.

Thomas Mann ha reagito al suicidio del figlio come sempre reagisce quando giunge a ciel sereno la notizia che qualcuno che conosce si è tolto la vita. Con rimproveri: "un gesto offensivo, brutto, crudele, privo di senso di responsabilità e di riguardi", che "non avrebbe dovuto fare alla madre e alla sorella". E con la decisione di tenersene lontano: da quel momento il figlio Klaus non viene mai quasi più citato nelle sue lettere o nel diario, e Thomas Mann non visiterà mai la tomba del figlio. Erika ha scritto con gratitudine una risposta alla lettera di condoglianze del suo amore di giovinezza, Pamela Wedekind, con cui negli anni aveva perso i contatti.
(Tilmann Lahme)