lunedì 30 ottobre 2017

Noi vittoriani - VITTORIA E ABDUL di Stephen Frears




Stephen Frears è un regista che ho sempre apprezzato, soprattutto per film come Prick Up - L'importanza di essere Joe, Le relazioni pericolose, The Queen. Questo Vittoria e Abdul è strepitoso. Ambientato nel periodo tardo-vittoriano, sottolinea aspetti adorabili della personalità della regina che suo malgrado aveva contrassegnato piuttosto negativamente un’intera epoca. Il puritanesimo infatti derivava da precise esigenze economico-industriali cui, tra gli altri, Stuart Mill cercava di portare una luce critica, non tanto dalla personalità pure complessa di Vittoria. Qui è negli ultimi suoi giorni, annoiata dal suo ruolo di “prigioniera” nel susseguirsi di un cerimoniale che personalmente ritiene oramai inutile, avendo perso tutti gli affetti significativi. Si incapriccia del giovane indiano Abdul, che vuole sempre accanto a sé e che le ricorda il suo perduto Albert sempre insostituibile ma cercato successivamente e forse disperatamente in un più di una suggestione. Abdul l’aiuta a ritrovare vitalità a dispetto però di una corte comprensibilmente preoccupata a causa dello spazio sempre più ingerente che la sovrana, del resto imperatrice delle Indie, ma anche capo della chiesa anglicana, gli permette di acquisire. E sembra sia una storia vera (ma esistono le storie vere?) venuta effettivamente alla luce solo da qualche anno, silenziata per più di un secolo dunque, qui spettacolarmente romanzata. Oggi inevitabilmente si interseca col nostro minaccioso e minacciato scenario internazionale, e da questo punto di vista suscita perplessità, ma in quegli anni il predominio europeo non era stato ancora annullato dagli Stati Uniti, la Gran Bretagna era la prima potenza mondiale e sicuramente non esistevano problemi di globalizzazione. Perciò si può godere questo film come un bellissimo apologo, commovente in finale e Judi Dench si conferma l’attrice eccellente che è.