Poesia





Versi tratti dalla raccolta Vacuo cielo (1986) di Sandro De Fazi

da Congedo
IX
Bruciori di stomaco
somatizzano, fino all’esofago
La sua morte (una specie d’ipnosi-
terapia inconscia) al risveglio,
lei non esiste più. è autogestita:
Se fosse prosa,
chi lo direbbe?

5 dicembre 1985

Scelta di poesie pubblicate in Poeti e Poesia – Rivista Internazionale N. 14 – Agosto 2008 – Direttore Elio Pecora

da Idolatria

Hai visto mai che l’assurdo vuoto
si muti in una pronta-felice novità del destino,
che la lungamente-patita ottusa monotonia invernale
si rivolga ad aprile?
Chi lo sa se, poi, l’ultima delusione della notte
non sia invece una finta che orienti
sotto il cielo,
se la vita immaginaria non sia
un’altra faccia della speranza?

25 febb. 1996

*

Mi dici che è ormai perfettamente
superfluo scrivere sopra amori morti
con tutto il resto, e ti resta soltanto
una cravatta gialla, un papillon,
la carrozza di Jane Eyre che è partita, -
la musica del vento, il laccetto
degli occhiali, i capelli lunghi lunghi,
videocassette, il cinema e i tuoi libri,
qualche amicizia mutila e sofferta, -
goduto il sesso di nascosto come
adolescenti, il sogno che non varia.
Non è già morto amore, vedi e
proviamo ancora a scrivere poesia
casomai,
o non so più io nemmeno voler bene.

4 ott. 2000

*

da Dediche e giochi

In morte di Alberto Moravia
Me lo sentivo – coincidenza,
fatto strano, triste veggenza
di giovane poeta (mi formai
anche sui tuoi libri e articoli) –
che proprio in questi giorni
sarebbe accaduto. Ed è accaduto.

Si è compiuta la tua vita,
ne rimane l’esempio. La pazienza.

26 sett. 1990

A Gaetano Dimatteo
Mentre parli, si dischiudono mondi
dall’adombrata voce che rimanda
alla dolcezza dei colori, all’anima
nascosta al di sotto della maschera –
che mai ci fu dato oltrepassare –
tragica e ilare; ma a un tratto si smaschera
in visione del mondo insormontabile
come la pretesa di Eliogabalo,
e alludi a segreti mai espressi.

Eppure tangibili. Si agitano e placano
dal dire severo, nella misura quotidiana,
per tornare alla scenografia dell’attore,
grande attrice del Sublime.

10-28 ott. 2000

Per Lorenzo Calogero (1910-1961)
Stranito nel mondo. Gli orrori
a te non sconosciuti del vivere.
L’aria smarrita, atona ed assente
sulla terra in cui errasti da sempre.
Indifeso
(severo e dignitoso) perseguendo
allora un altro mondo,
panacea alta e traditrice.
Fosti poeta inascoltato.

A L.L.C.
Non si vive: ma vuoi la poesia
(il corpo ne stupiva).
L’anima risalendo attraversava
le mille prove della quotidianità.

O Dolorante, concéntrati
nell’immensità del piacere!
Era sì gran poeta da trovare
finanche il bene nella selva oscura,
il delirio della tua gioventù quasi immortale.

30 mag. 2003, alle ore 5 e mezza del pomeriggio




“Poeti e Poesia” Rivista Internazionale N. 14 – Agosto 2008 Direttore Elio Pecora 








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